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Amicizia e Crescita Spirituale: La Testimonianza di Ajahn Amaro su Mario Thanavaro

L’amicizia rappresenta, in un certo senso, la qualità di un particolare contesto relazionale. Dove c’è benevolenza, c’è anche vicinanza. E dove c’è vicinanza, ci sono le possibilità di una comunione di intenti, di un incontro di crescita. In questo spazio, una vera benevolenza può esprimersi liberamente, permettendo così alla Metta, l’energia coesiva della benevolenza, di unire le persone in un progetto di vita.

Nel Canone Pali si riporta che il venerabile Ananda, conversando con il Buddha, affermò che avere degli amici buoni e incoraggianti nel percorso spirituale rappresentasse la metà del cammino. Il Buddha rispose: “No, Ananda. Avere buoni amici non è la metà della Santa Vita; avere buoni amici è tutta la Vita Santa.” Quando siamo sostenuti nella pratica del Dhamma, il comportamento virtuoso si manifesta. In altre parole, l’amicizia è l’elemento centrale del percorso spirituale; tutto il resto fluisce naturalmente da essa.

Ajahn Amaro e Mario Thanavaro

Ajahn Amaro e Mario Thanavaro – Roma, 10 Maggio 2013

Ajahn Amaro mi ha sostenuto e rispettato, anche attraverso i cambiamenti e le svolte della mia vita. Il nostro incontro è stato, e continua a essere, un dono e una fonte d’ispirazione. La sua saggezza e il suo cuore amorevole rimangono per me un incoraggiamento prezioso. Apprezzo sempre di più la verità e l’apertura del suo insegnamento, anno dopo anno. Praticare e mantenere il contatto con un kalyanamitta, un amico spirituale, è una gioia speciale. Con il tempo, si sviluppa un apprezzamento profondo per la nobiltà e l’unicità di ogni amico e amica.

Ajahn Amaro e Ajahn Thanavaro - City of 10.000 Buddha

Ajahn Amaro e Ajahn Thanavaro – City of 10.000 Buddha – Settembre 1995

Ecco una sua testimonianza di affetto e amicizia: Ho incontrato il Maestro Mario Thanavaro alla sua ordinazione di bhikkhu che si è svolta su una chiatta sul fiume Tamigi alla fine dell’ottobre 1979. Ero arrivato dalla Thailandia circa una settimana prima, dopo aver completato il mio primo ritiro delle piogge da monaco. Eravamo molto vicini nella nostra esperienza monastica: lui divenne novizio prima di me, mentre io presi l’ordinazione di bhikkhu poco dopo. Questo significava che eravamo quasi sempre seduti fianco a fianco nelle riunioni di monaci. Significava anche che, in quei giorni pionieristici di spazi abitativi limitati, condividevamo anche la sistemazione. Al monastero della foresta di Chithurst abbiamo vissuto insieme in un kuti (una piccola casetta di legno) di 3m x 3m per un anno e poi in una stanza nella casa principale per i successivi due anni circa.

Monastero di Chithurst

Monastero di Chithurst

Thanavaro si trasferì ad Harnham Vihara, nell’estremo nord dell’Inghilterra, con Ajahn Anando nella primavera del 1983. Mi unii a loro in agosto e poi condivisi una stanza con Thanavaro per un altro anno. In questo modo, lui e io eravamo letteralmente nello stesso spazio per la maggior parte degli anni formativi della nostra vita da bhikkhu. Siamo diventati amici intimi e, anche se è stato osservato che c’era una grande diversità nei nostri tipi di personalità, abbiamo sviluppato una grande amicizia, rispetto e apprezzamento reciproco. In particolare, sono stato commosso e ispirato dalla sua sincerità e profonda devozione alla pratica del Dhamma. Lungo la strada, da lui ho imparato alcune parole italiane, parole che spesso riflettevano la nostra vicinanza spirituale e amicizia sul Sentiero: ‘fratello mio’, quando lavoravamo come una squadra sul tetto di Chithurst House; ‘insieme’, quando trascorremmo un pomeriggio trasportando i tronchi di legna di castagno, risalendo i ripidi pendii della foresta di Chithurst; ‘due elefanti rosa’, descrivendo una foresta a forma di cuore spesso nascosta dalla nebbia nella valle sotto di noi; ed infine, quando ha trascorso il suo ultimo Rains Retreat come monaco insieme a me nel 1995, ‘il cuore nascosto’.

Ajahn Amaro e Mario Thanavaro - davanti al Buddha Bar di San Lorenzo - Roma 10 maggio 2013

Ajahn Amaro e Mario Thanavaro davanti al Buddha Bar di San Lorenzo – Roma 10 maggio 2013

Dopo il 1984, quando è andato in Nuova Zelanda e in altri luoghi, non abbiamo più trascorso molto tempo insieme. Questo fino al 1995, quando Thanavaro ed io, più altri due bhikkhu e due aiutanti laici, trascorremmo la stagione del ritiro al Bell Springs Hermitage, al confine tra le contee di Mendocino e Humboldt, in California. Era un periodo amabile come il finale della nostra era insieme come fratelli monaci, ma fu anche l’inizio di una nuova era per lui. Oltre 20 anni fa, poco dopo la fine del ritiro delle Piogge, Thanavaro lasciò le vesti monastiche ma è stato in grado di continuare vigorosamente la sua ricerca spirituale oltre i limiti dei ruoli formali e tradizionali, ma, soprattutto, di trovare se stesso e soddisfare le sue più grandi aspirazioni. Ha insistito nel donarsi con tutto il cuore nell’offerta della sua vita, nel vero spirito del bodhisattva, con grande beneficio della gente d’Italia e oltre. Abbiamo mantenuto un contatto regolare e, ogni volta che sono in Italia, cerchiamo di incontrarci e condividere un po’ di tempo insieme, di essere ‘fratelli insieme’.

Ajahn Amaro - Mario Thanavaro al Santacittarama

Ajahn Amaro e Mario Thanavaro al Santacittarama

Gli insegnamenti da lui offerti somigliano a una raccolta che potrebbe provenire da uno dei miei libri, e questo non dovrebbe sorprendere, perché condividiamo la stessa eredità spirituale. È un piacere per me vedere in essi così tante delle parole e frasi che abbiamo entrambi ereditato dal nostro amato insegnante Ajahn Sumedho e presentare gli insegnamenti del Dhamma in un modo ricco e accessibile. La quintessenza dell’insegnamento di Mario Thanavaro è ben espressa nella bella serie di aspirazioni qui riportate:

  1. Che io sia generoso e sempre di aiuto! (Generosità, dana)
  2. Che io sia disciplinato e corretto nel comportamento. Che io sia puro e genuino nell’agire. Che i miei pensieri, le mie parole e le mie azioni siano ispirati alla purezza! (Moralità, sila)
  3. Che io non sia egoista e possessivo, ma generoso e disinteressato. Che io sia capace di sacrificare il mio piacere per il bene degli altri! (Rinuncia, nekkhamma)
  4. Che io sia saggio e capace di vedere le cose come esse sono veramente. Che io veda la luce della verità e guidi gli altri dall’oscurità alla luce. Che io sia illuminato e in grado di rendere illuminati gli altri. Che io sia capace di comunicare agli altri il bene della mia conoscenza! (Saggezza, pañña)
  5. Che io sia pieno di energia, vigoroso e perseverante. Che io lotti diligentemente per raggiungere la meta. Che io non abbia paura di affrontare i pericoli e che possa superare con coraggio tutti gli ostacoli. Che io sia capace di servire gli altri con tutte le mie forze! (Energia-applicazione, viriya)
  6. Che io sia sempre paziente. Che io sia capace di sopportare e capire gli sbagli altrui. Che io sia sempre tollerante e veda il bello e il buono negli altri! (Pazienza, khanti)
  7. Che io sia sempre sincero e onesto. Che io non nasconda la verità per essere cortese. Che io non mi allontani mai dal cammino della verità! (Onestà, sacca)
  8. Che io sia sempre deciso e risoluto, dotato di una volontà di ferro. Che io sia delicato come un fiore e solido come una rocca. Che io abbia sempre alti principi! (Determinazione, adhitthana)
  9. Che io sia sempre gentile, amichevole e pieno di compassione. Che io sia capace di considerare tutti come miei fratelli e sorelle, e di essere uno con tutti! (Amore universale, metta)
  10. Che io sia sempre calmo, sereno, non violento e pacifico. Che io raggiunga una mente equilibrata. Che io abbia un’equanimità perfetta! (Equanimità-equilibrio, upekkha)

Che io serva per essere perfetto! Che io sia perfetto per servire! Sadhu! Sadhu! Sadhu!

Ajahn Amaro e Ajhan Thanavaro - ritiro di tre mesi - 1995 California - America

Ajahn Amaro e Ajahn Thanavaro – ritiro di tre mesi – 1995 California – America

È la “Conclusione”, l’ultima pagina degli insegnamenti contenuti nel suo libro “Andare oltre la sofferenza”, ma sento che incarna lo spirito del suo messaggio dall’inizio alla fine del libro. Spero che possa illuminare il cuore di molte persone e che possa portare alla realizzazione di quella luce infinita, la luce infinita della saggezza, di cui le nostre vite e il mondo hanno così tanto bisogno oggi. Ajahn Amaro Monastero buddhista Amaravati Ottobre 2018

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